''Da sempre l'Arte fa parte della nostra vita, e non si comprende perché non si riesca a tutelare quello che per noi è un fiore all'occhiello, un segno distintivo di riconoscimento del nostro paese nel mondo, e a riqualificare il ruolo dell'arte a componente essenziale della vita. In questa fase di emergenza sanitaria non si è pensato seriamente a trovare soluzioni alternative alla chiusura totale del comparto cultura e spettacolo".
Queste sono le parole di una volontaria dello staff Marcia della liberazione, studentessa da 8 anni di recitazione teatrale, Ilaria Caloisi che aggiunge:
"auspichiamo che l'Arte, intesa come forma di espressione creativa e come professione, venga considerata come un unico comparto: oggi ci troviamo di fronte ad una gerarchizzazione che contrappone lavoratori privilegiati e non, in cui le piccole imprese, nonostante abbiano dimostrato di essere perfettamente in grado di lavorare in sicurezza, stiano valutando di non riaprire più. In questa giornata noi vogliamo affermare l'importanza economica, culturale e intellettuale dell'Arte come fonte di sostentamento, nutrimento dell'intelletto e dello spirito umano, e di benessere generale della persona. La chiusura ormai da diversi mesi dei teatri, scuole, cinema, musei e di tutti i luoghi deputati alla cultura sta non soltanto portando al collasso un intero settore economico ma sta sminuendo il ruolo e lavoro dell'artista, parte del sistema-spettacolo, in cui il lavoro di ognuno è importante. Sta negando la possibilità di sport ed evasione a tanti giovani allievi. Sta togliendo dignità e riconoscimento ai nostri professionisti che ci fanno sognare col loro estro e genialità, e che soprattutto rendono accessibili le varie forme di espressione artistica al pubblico. Oggi questo nesso si è spezzato, e senza arte le nostre vite sono diventate più povere. Per questo si deve agire dal basso all'insegna della solidarietà e della collaborazione, recuperando il senso di quello che è un lavoro, ma prima di tutto una vocazione".